lunedì 24 settembre 2012

Il complotto contro l'America di Philip Roth

Non è solo contro l'America il complotto: ma contro ciò che questa rappresenta. La giustizia, la libertà per tutti, un complotto contro gli ebrei americani in prima battuta, ma anche contro la repubblica americana. Il piccolo Philip Roth, figlio di una famiglia benestante di Newark, New Jersey, è il testimone della ipotetica svolta antisemita dell'America. L'autore immagina che, nelle elezioni del 1940, l'aviatore Lindbergh, sfruttando la paura degli americani per la guerra, scoppiata nel 1939 in Europa, vinca le elezioni. La politica dell'America cambia: smette di appogiare le nazioni alleate, Francia e Inghilterra e, dietro una apparente neutralità, stringe un patto con la Germania nazista. Diventa una nazione chiusa isolata dal resto del mondo.

Lindbergh, davanti ad una sala di Des Moines piena di sostenitori plaudenti, tenne finalmente il famoso discorso radiofonico che nominava, <<tra i gruppi più importanti che hanno spinto questo paese verso la guerra>>, un gruppo che che rappresentava meno del 3 per cento della popolazione e al quale l'oratore accennò chiamandolo alternativamente <<il popolo ebraico>> e <<la razza ebraica>>”.

Philip vede con i suoi occhi la trasformazione del suo paese e, di riflesso della sua vita familiare: il padre viene chiamato “fanfarone ebreo”, per aver espresso le sue idee anti Lindbergh. Durante una gita a Washington, gli viene dato un assaggio di come si sta trasformando la vita pubblica: con una scusa sono cacciati dall'albergo e subiscono minacce antisemite da altri turisti. Il trionfo di Lindbergh è stato il segnale di un inizio di stagione di caccia , dalla classe media americana. Consci di quello che i nazisti stanno facendo agli ebrei in Europa, anche i Roth e altri ebrei, temono che anche qui possano iniziare, dopo le discriminazioni, le persecuzioni. Queste paure dividono gli ebrei stessi: all'interno di questi sono presenti persone che appoggiano il presidente e la politica che stà portando avanti. Perchè il complotto è portato avanti in maniera insidiosa che solo poche persone possono vederlo: e quelle che lo fanno vengono liquidate come folli, paranoiche.
Il rabbino Bengelsdorf, collaborazionista della politica del presidente, rappresenta la parte della comunità ebraica che non vede il pericolo. Sposa una zia di Philip, Evelyn, e, ad una conferenza dei repubblicani, appoggia l'aviatore che aveva ricevuto una medaglia da Hitler: tenere fuori dalla guerra è la priorità, egoisticamente. Salvare gli ebrei americani e lasciare i suoi correligionari in Europa al loro destino. La spaccatura colpisce la sua famiglia direttamente: un cugino scappa in Canada per combattere contro i tedeschi, con i commandos canadesi. Tornerà ferito, disilluso, ferito nel fisico (gli viene amputata una gamba) e nel morale: su una sedia a rotelle prima e su una gamba artificiale poi, si lascirà andare, fino a finire nel giro della malavita, a controllare le macchinette da gioco.
Il fratello di Philip, Sandy, sotto l'influenza della zia e del rabbino Bengelsdorf, si iscrive al programma Just Folks, che allontana i bambini ebrei dalle famiglie. Dopo aver trascorso un'estate a lavorare in una fattoria (di una famiglia rurale, ossia simpatizzante con Lindbergh), torna a casa incapace di comprendere perchè i genitori si agitino tanto per Hitler e perchè siano in preda a un “complesso di persecuzione”. Diventa reclutatore dell'organizzazione Just Folks: con questa il governo cerca di allontanare i giovani dalle proprie famiglie, “per meglio integrare gli ebrei nella società americana”. Roth rappresenta bene le diverse facce dell'America: la famiglia cristiana del Kentucky e la famiglia ebrea del New Jersey.

Mawhinney era cristiano, membro di vecchia data della schiacciante maggioranza che aveva fatto la Rivoluzione e fondato la nazione e civilizzato la selva e soggiogato gli indiani e ridotto i negri in schiavitù ed emancipato i negri e segregato i negri, uno dei milioni di buoni cristiani, puliti e laboriosi, che avevano colonizzato la frontiera, arato i campi, costruito la città, e che governavano gli stati, sedevano al congresso, occupavano la Casa Bianca, [...] uno di quegli inattaccabili protestanti nordici e anglosassoni che governavano l'America e sempre l'avrebbero governata – generali, dignitari, magnati, capitani d'industria, gli uomini che facevavo le leggie comandavano e quando volevano richiamavano all'ordine- mentre mio padre, naturalmente, era soltanto ebreo.”

La paura di Philip, paura che niente potrà più essere come prima, è ben manifestata da un suo incubo: immagina che su tutti i suoi francobolli della collezione appaia la svastica dei nazisti. Sulla serie dei parchi nazionali, (Yosemite, Grand Canyon, Zion ..) sulla faccia dei francobolli, “su quanto di più verde, bianco e blu ci fosse in America, da conservare per sempre in queste riserve incorrotte, era stampata la svastica nera”. Il complotto gli impone una visione di un mondo diviso tra noi e loro, basato sull'odio e sul sospetto: si trasforma da americano ebreo ad un povero ebreo d'America. È proprio questo l'obiettivo che il complotto del titolo di Roth intende raggiungere: espellere gli ebrei dall'America. Juden Raus. Il governo, dopo aver sottratto i giovani alle loro famiglie, porta avanti un altro progetto: il trasferimento delle famiglie di religione ebrea con l'obiettivo “di indebolire la solidarietà della struttura sociale ebraica, come purre di ridurre la forza elettorale che una comunità israeitica poteva avere alle elezioni locali e congressuali”. Il padre rifiuta, preferisce andare a lavorare in un mercato ortofrutticolo e rimanere a Newark, piuttosto che abbandonare le sue radici. Il padre, Herman, sente che questa è la sua America, non è l'America di Hitler o di Lindbergh: sono loro ad essere estranei alla cultura e alla democrazia.
Il complotto non è un romanzo storico, perchè il passato che Roth va a rappresentare non è reale: l'autore è stato costretto ad agganciare il suo racconto alla storia troncandola in due punti. Il primo, nel 1940, con l'elezione di Lindbergh e la deriva antisemita. Il secondo nel 1942, con la sua caduta. La resistenza al complotto si raccolgono attorno alla voce di Walter Winchell che, dal suo programma radiofonico, scaglia le sue accuse contro Lindbergh. Viene criticato dal New York Times e, all'interno, dagli ebrei come Bengelsdorf definendoli “ebrei collaborazionisti ultracivilizzati”. Rimosso dalla radio, annuncia la sua candidatura alle primarie, per i democratico, per le elezioni del 1944, ma viene assassinato durante un comizio. Il sindaco di New York, durante il funerale, tiene un discorso nel quale si accusa il silenzio nel quale i nazisti d'America stanno agendo. In America si era detto, non potrà mai accadere: ma sta accadendo in realtà ... Il discorso termina con la domanda ironica “Dov'è Lindbergh? ” E Lindbergh scompare, durante un volo, mentre la situazione peggiora: il potere è ora in mano al vicepresidente Wheeler, che porta la nazione in uno stato di terrore. Nei tumulti in cui sono presi di mira gli ebrei e le loro attività commerciali, vengono uccise 122 persone, come avvenuto nel 1938 durante la Kristalle Nacht. La moglie del presidente viene posta sotto custodia dall' FBI, l'esercito si mobilita per una guerra contro il Canada. Ma il paese reagisce: nelle elezioni presidenziali del 1942 viene rieletto Roosvelt e il Giappone bombarda Pearl Harbour. La storia, riprende così il suo corso.

Quanto c'è di immaginario e quanto c'è di vero nel libro di Roth? L'antisemitismo di Lindbergh (e di Ford, che nell'ipotetico governo assume il ruolo di ministro) era reale. Rappresentava un sentire comune nella società americana: un antisemitismo alimentato dalle comunità di immigrati europei, che si intrecciava nell'intolleranza nei confronti dei neri. Reali sono stati anche il Ku Klux Klan, i bundisti tedesco-americani, il partito di America First e il partito Nazista americano.
Perchè è un libro da leggere: perchè appartiene alla categoria di quelli che ti allargano gli orizzonti. Ti fanno sorgere delle riflessioni: allora (in questa storia ipotetica) era la paura della guerra a spingere l'America verso l'isolazionismo. L'illusione di poter chiudere gli occhi e non vedere il nazismo, la repressione dei diversi (ebrei, in primo luogo, ma anche gli oppositori), la guerra e poter scendere a patti con esponenti del nazismo. Stringere quelle mani e non accorgersi che quelle mani sono ora sporche di sangue. Oggi il mondo occidentale, e l'America per prima, ha paura di tutto ciò che sta all'esterno dei propri confini: la paura del terrorismo sta portando ad altre chiusure. La storia che il libro di Roth racconta è ancora attuale.

Marzo 2005
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